Lo sguardo ceco di Omero

Lo sguardo ceco di Omero

Gli antichi raccontavano tantissimi aneddoti su Omero, tranne le notizie importanti: dove fosse nato, e in che epoca, e cosa davvero avesse composto. In questa confusione di opinioni, erano però tutti d’accordo che fosse mendicante cieco. La leggenda si formò o dal “cieco che abita la rocciosa Chio” degli Inni; o più probabilmente dalla figura di Demodoco, il cantore della corte dei Feaci.

κῆρυξ δ᾽ ἐγγύθεν ἦλθεν ἄγων ἐρίηρον ἀοιδόν,
τὸν πέρι μοῦσ᾽ ἐφίλησε, δίδου δ᾽ ἀγαθόν τε κακόν τε:
ὀφθαλμῶν μὲν ἄμερσε, δίδου δ᾽ ἡδεῖαν ἀοιδήν.

[L’araldo giunse conducendo con sé l’amabile aedo, che fu amato dalla Misa, e gli diede del bene e del male: lo privò degli occhi, ma gli donava una dolce voce]

O forse è ben più profonda, l’allegoria. Il poeta è cieco alle cose banali della vita, a ciò che è vicino e transitorio; e, privo della vista, vede molto più lontano, ma con gli occhi dell’anima.

Ulderico Nisticò (1950), calabrese, classicista, ha insegnato nei Licei. Ha pubblicato molti lavori di letteratura e storia; ha rappresentato numerosi lavori teatrali.

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